Ieri la Consulta, pubblicando le motivazioni di una sentenza con cui ha rigettato il ricorso di due uomini civiluniti, ha giustamente riconosciuto che l’utero in affitto è un grave delitto, ma ha poi chiesto al parlamento di legiferare per regolare il rapporto tra il minore e i suoi acquirenti.
Con tutto il rispetto, personalmente non sono d’accordo.
L’utero in affitto è un delitto, esattamente come il sequestro di persona o la compravendita di esseri umani, e il fatto che in alcuni paesi sia tollerato non ne diminuisce la gravità.
Regolare ex post il rapporto significa giocoforza legittimare l’acquisto di bambini con la gestazione per altri.
A nessuno verrebbe in mente di regolare per legge il rapporto tra un bambino e i suoi sequestratori.
Se dunque si tratta di un delitto, deve essere trattato come tale.
Non è possibile considerare il gesto di chi compra un figlio a catalogo come una semplice birichinata.
I bambini hanno diritto a non essere comprati, venduti o regalati, ma devono poter crescere con la mamma e il papà.
Avanti con urgenza sul nostro DDL per punire l’utero in affitto anche se commesso all’estero.